E i nomi di alcune strade. Via del “T”, via del Pizzicore, via Abbipazienza… ; e il giardino pubblico di piazza Mazzini, col busto di Cino: una pena vedergli il naso rotto, a lui, un poeta; e l’ora rituale del passeggio, al tramonto, con le ragazze da marito, due passi avanti alle mamme e alle zie, e i tanti odori.

Ma esisteranno ancora? Ogni terrazza versava torrenti di glicine; e che gara, fra chi aveva orti e giardini, per la piantina che nessuno ce l’ha, rèseda, vaniglia… Mai più visti mughetti così veementi e altrettanto carichi di profumo. (Il babbo prediligeva le gaggie. Talvolta ne portava una all’occhiello. O ne teneva un minuscolo mazzolino legato col filo bianco in un vasetto simile a un porta-uovo. Un fiore così poco appariscente; ma così intenso. Non avrebbe dovuto aiutarmi quella sua scelta a capirlo di più?)

E in questo tran-tran, in questa noia organizzata, lo scossone degli anarchici. Passavano cantando. […] Passavano. Quanti? Pochi. Trenta, quaranta. Ma l’ardimento li moltiplicava; e moltiplicava lo sventolio delle bandiere. La decisione del passo poi sbalordiva. E nel loro canto una malinconia gagliarda. Sissignori. Malinconia gagliarda; impeto e struggimento insieme. Scattava da una bruma antica; e avvampava.
Gianna Manzini, Pistoia, pag. 16 e 17 – Ritratto in piedi, Arnoldo Mondadori Editore, 1971

Buonasera Carlo! Innanzitutto ancora complimenti per il tuo blog. Ultimamente non riesco a seguire nessun blog (a malapena anche il mio) ma rimane sempre uno dei miei preferiti! Non dico tutto questo per il seguente favore che ti sto’ per chiedere: sono a Pistoia in vacanza e sto rileggendo il libro della Manzini e ho avuto l’idea di fare un post in proposito.
Posso utilizzare la tua immagine di via dell’Abbondanza? Metterò il link a questo tuo bel post.
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Mi piace davvero tanto il tuo blog, complimenti!
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