
Una volta alla settimana il piroscafo dello Stato toscano, il «Giglio», fa in estate il viaggio per l’Elba, per portare i dispacci del Governo ed i passeggeri. Da Livorno il viaggio dura circa cinque ore, poichè si tocca Piombino, dove il bastimento si ferma per un certo tempo.
Sempre lungo la costa solitaria della Maremma, si è rallegrati dalla vista della verde pianura, che discende al mare, e che è limitata all’interno dai monti che circondano Volterra. Delle torri ai luoghi di approdo, alcuni piccoli porti, alcuni edifici per usi industriali e delle case coloniche sparse qua e là interrompono la striscia uniforme delle Maremme, che verdeggiano di boschetti di mirti, dove nel folto è una ricchissima caccia di cinghiali.
Ai tempi degli Etruschi su questa costa erano delle ricche città, potenti per la loro cultura, da Volterra sino a Cere e sino a Vejo nella Campagna Romana. Si passa dinanzi alla vecchia Cecina, un luogo che si trova ancora oggi collo stesso nome, vicino alla costa.

Più al sud era la celebre Vetulonia, poi Populonium, una delle più possenti città degli Etruschi, la quale estendeva la propria signoria su tutte le isole vicine.
Essa fu distrutta nella guerra civile tra Mario e Silla, cosicchè già, al tempo di Strabone, non rimaneva altro della sua grandezza che una vecchia torre, un tempio e pochi avanzi di mura. Le sue rovine sono visibili sul promontorio della piccola penisola che sporge dalla costa, luogo reso selvaggio da cespugli di pruni e dall’erica. Un piccolo fortilizio si erge in questo luogo.
( Ferdinand Gregorovius – Passeggiate per l’Italia – Vol. III )

Le pagine ineludibili di Gregorovius…questa parte della Toscana mi è ancora ignota in massima parte. Sapevo degli etruschi però.
"Mi piace""Mi piace"