Antonio Canestrelli, L’Abbazia di San Galgano


Abbazia di San Galgano - immagine tratta da “L’Abbazia i San Galgano” – Fratelli Alinari Editori, 1920
Abbazia di San Galgano – immagine tratta da “L’Abbazia i San Galgano” – Fratelli Alinari Editori, 1920

La grande Abbazia di San Galgano nel piano della Merse, presso Chiusdino, nell’ antico « Stato di Siena, » ebbe la sua prima origine da una Cappella e da un piccolo Monastero eretti circa l’anno 1185 sul Monte Siepi, nel luogo stesso dove, secondo la leggenda, Galgano Guidotti chiusdinese, si ridusse nell’anno 1180 a vita eremitica infiggendo, a guisa di croce, la sua spada nelle fenditure di un masso.

Narra la leggenda che Galgano visse in quel romitorio circa un anno, e che ivi morì il 3 dicembre del 1181 in età di 33 anni. Narra pure che Ugo dei Saladini vescovo di Volterra, e Giovanni vescovo di Massa Marittima, recatisi a visitare l’ eremita Galgano e trovatolo estinto, gli dettero onorata sepoltura, assistiti dai tre abbati cistercensi, di Casamari in quel di Veroli, di Fossanuova nel Terracinese, e di Sant’Anastasio alle Tre Fontane presso Roma; i quali, tornando con vari monaci dal Capitolo generali del loro Ordine tenuto in Francia, erano sbarcati nella Maremma Senese, diretti a Roma, e smarritisi per via si erano ritrovati sul Monte Siepi.
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Abbazia di San Galgano - immagine tratta da “L’Abbazia i San Galgano” – Fratelli Alinari Editori, 1920
Abbazia di San Galgano – immagine tratta da “L’Abbazia i San Galgano” – Fratelli Alinari Editori, 1920

Il tempio e la grande abbazia cistercense di San Galgano sono nel loro insieme uno dei monumenti più caratteristici dell’ architettura monastica del XIII secolo, non pur di Toscana ma d’Italia: e le loro maestose rovine hanno ancora tale importanza, da offrir modo all’artista che accuratamente le studi, di ricostruire nella sua mente l’immagine completa di quelli splendidi edifici e di trarne ispirazioni sublimi.
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Abbazia di San Galgano - immagine tratta da “L’Abbazia i San Galgano” – Fratelli Alinari Editori, 1920
Abbazia di San Galgano – immagine tratta da “L’Abbazia i San Galgano” – Fratelli Alinari Editori, 1920

Al presente non rimane più alcun vestigio né delle costruzioni che formavano i lati sud e ovest del chiostro (la chiesa ne costituiva il lato nord), nè dell’ala di fabbricato che dal Refettorio si distendeva verso est, e conteneva la cella abbaziale e la sua loggia; nè delle infermerie, che sembra sorgessero a tergo della chiesa e del cimitero, come a Casamari. e che fossero demolite nella prima metà del XVI secolo.

Le parti dell’Abbazia che ancora esistono, oltre i ruderi importanti della chiesa, sono : al piano terreno, la Sagrestia inferiore oggi ad uso di cantina, la Sala Capitolare ridotta a tinaia, e il Refettorio diviso in più parti che servono per stalle e per altri servizi colonici: al piano superiore, gli antichi dormitori dei monaci trasformati ora in abitazioni di coloni e di pigionali.
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La pianta del tempio di San Galgano ha una grande analogia con quella della chiesa di Casamari. Essa è perfettamente orientata secondo le regole liturgiche, cioè coll’abside volto a est e la facciata a ovest, ed ha la forma di croce latina a tre navate con otto valichi per parte nel braccio maggiore della croce, compresovi quello che mette al collaterale del transepto.
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( Antonio Canestrelli, brano tratto da “L’Abbazia i San Galgano” – Fratelli Alinari Editori, 1920 )

Abbazia di San Galgano - immagine tratta da “L’Abbazia i San Galgano” – Fratelli Alinari Editori, 1920
Abbazia di San Galgano – immagine tratta da “L’Abbazia i San Galgano” – Fratelli Alinari Editori, 1920

6 commenti Aggiungi il tuo

  1. Alice Tralemeraviglie ha detto:

    L’ha ribloggato su Alice tra le Immaginarie Meravigliee ha commentato:
    Ecco un luogo che da tempo vorrei visitare e non ci sono mai riuscita…

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  2. unpodimondo ha detto:

    San Galgano è bellissima ed ha un fascino tutto suo, molto particolare… E poi c’è quella spada nella roccia, che ci ricorda che il senese non ha niente da invidiare nemmeno alla Bretagna. Peccato che anni fa (e temo anche adesso) che altri andavano in zona soltanto per vedere un certo mulino della pubblicità….

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  3. VinVivendo ha detto:

    San Galgano luogo stupendo e i concerti sotto le stelle da pelle d’oca non sia mai detto restaurare siamo matti questo è il suo fascino questa è la storia grazie Antonio che parli di questi luoghi incantati e poi non dimentichiamo la spada nella roccia

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  4. Domanda. Esiste una cura, una gestione di questo bene, se non un restauro quantomeno una manutenzione, o è lasciata più o meno a sé.
    Molto interessanti queste tue documenazioni.

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  5. Elena ha detto:

    Meravigliosa…. Ci vado sempre ed è come se fosse sempre la prima volta…. E’ magica!

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