
Nei grigi e freddi meriggi spazzati dal vento con la pioggia ferma nell’aria, il mare spianato a ritroso, ci piaceva accendere un fuoco e poi alimentarlo con straccàli di bosco.Anche gli arsellai ne accendevano lungo la riva uscendo bagnati dalla secche marine. Erano vecchi marinai della vela ridotti a ripieghi per attondare la magra pensione. Alle volte venivano al nostro.
« O ragazzi, » dicevano, « che ci fate qua con la tramontana che pela ? »
E si accosciavano sopravento alle fiamme, le mani gronchie protese, il tremito addosso. Né io né Renato non avremmo mai confessato che ci garbava quel cielo basso e chiuso, la maretta che frangeva a giusti intervalli, le nostre orme lasciate sulla bàttima, gli straccàli come come compagni di spiaggia.
[…]
( Silvio Micheli, “Straccali e maschere nella vita e nella pittura di Renato Santini” tratto da Viareggio Ieri . N.16, febbraio 1990 )

Immagini meravigliose; ecco: all’alba, al mare, in inverno.
Prima o poi ci riuscirò 🙂
Il pezzo postato è una chicca; non conoscevo questo autore…
Buona giornata!
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Buona giornata anche a te e grazie per la tua attenzione.
Saluti.
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