Pietro Vigo, Livorno – Ricordi artistici del Medio Evo – 1

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Livorno - Fortezza Vecchia, il Mastio di Matilde - immagine tratta da Livorno di Pietro Vigo – Istituto Italiano d’Arti Grafiche,  1915
Livorno – Fortezza Vecchia, il Mastio di Matilde – immagine tratta da Livorno di Pietro Vigo – Istituto Italiano d’Arti Grafiche, 1915

Poche città si sono trasformate come Livorno. […]  E’ ormai dai critici collocato fra i sogni il tempio di Ercole Labrone e respinta l’etimologia della parola Calambrone come derivata dal nome di quel tempio e l’esistenza di parte del nostro suolo e della nostra spiaggia nell’epoca romana, nè i limiti che ci sono prescritti ci permettono di dirne le ragioni. II più notevole avanzo del medioevo che rimanga in Livorno è il Mastio della Contessa Matilde che rimonta a tempi remotissimi, e per me più antichi di quelli ai quali la tradizione lo riporta, dicendolo costruito dalla gran Donna di Canossa. Esso Mastio esisteva già, io penso, quando nel 1103 la Contessa Matilde faceva rogare nell’ Abbazia di Nonantola l’atto che cedeva Livorno all’opera del Duomo di Pisa. […]

Livorno cessò di esser villaggio e divenne castello solo quando ebbe quella prima cerchia di mura merlate, ossia, secondo la tradizione, nel 1392, ma decretato già dalla Repubblica Pisana nel 1284; mentre nell’atto della Contessa Matilde s’accenna a fortilizio già esistente. La forma rotonda della Torre e la menzione del documento originale c’inducono a credere, senza pretender di toglier ogni peso alla tradizione, che il Mastio risalga a tempi alquanto più antichi e sia stato costruito nel secolo IX o X al più tardi.

La torre di Matilde è solidissima costruzione, e i due muri maestri semicircolari che ne formano il complesso hanno uno spessore di m. 1.20 ciascuno: nell’interno del primo cilindro vari nodi danno luogo a diversi ambienti, ora adibiti ad uso di servizi militari e che non presentano alcuna cosa notevole. Una di queste stanze semibuie che si trovano circa al livello della piattaforma fu un tempo la cappella del Castello, e sulle nude pareti si vedono ancora molti stemmi di marmo, ricordanti i nomi dei Castellani. E’ da deplorarsi che la bella torre medioevale sia così imbiancata e liscia.

Il Mastio di Matilde fu, nell’epoca più antica, isolato e sollevato dall’ampia base conica; ma venne poi incastellato nel Fortilizio quadrato che ebbe nome di Quadratura dei Pisani o Rocca Nuova.

La nuova rocca non era altro che un parallelepipedo irregolare riunito nello stesso tempo alla torre di Matilde e poi alcuni anni più tardi, alle nuove mura, ed era coronato da una fila di beccatelli, sorreggenti il parapetto del terrazzo di difesa. La Rocca si conserva integra e da un esame analitico del monumento si conosce, pur a traverso le innumerevoli soprelevazioni, che la torre di Matilde venne a trovarsi proprio nell’inconlro delle due facciate Nord-Est e Nord-Ovest della Rocca stessa.
[…]

 

( Pietro Vigo, brano tratto da “Livorno” – Istituto Italiano d’Arti Grafiche,  1915 )

 

 

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