
E’ invece una torre medioevale degnissima di esser visitata ed importante anche per solidità di costruzione e per ragioni storiche anche nell’interno la torre del Marzocco. Essa fu edificata dalla Repubblica Fiorentina che aveva comperato Livorno da Genova nel 1421 sulle rovine di quella torre del Porto Pisano che era chiamata la Rossa.
Il tempo della costruzione del Marzocco è assai contestato. Jacopo Gherardi da Volterra nel suo Diario Romano del quattrocento scrive, diversamente dalle notizie date dal Santelli e dal Vivoli che la riportano a tempo assai anteriore, che esso s’incominciò ad edificare nel 1458, ma non fu terminato che nel 1470. Nè tutti i lavori erano stati ancora ultimati quando la vide e vi salì sopra quel cronista, perchè vi mancava l’antemurale: secondo la notizia data dal Gherardi, la bellissima e maestosa torre sarebbe costata sessantamila fiorini d’oro. Considerando che nella seconda metà del secolo XV il fiorino d’oro ebbe il valore di 23 lire e 52 centesimi di nostra moneta, non può dirsi davvero che il Marzocco sia costato poco alla Repubblica Fiorentina. Ma questa, che secondo fu detto a Rinaldo degli Albizzi avrebbe rinunziato al Palazzo della Signoria piuttosto che a Livorno, era disposta a far per Livorno, di cui fu veramente la madre, ogni sacrifizio.
Alcuni supposero autore della torre Filippo di Brunellesco. altri la dissero di Lorenzo Ghiberti: ma sono tutte asserzioni senza fondamento finché non saranno convalidate dai documenti.
Il nome le venne da un leone di bronzo dorato che ne formava la banderuola e che fu distrutto da un fulmine nel 1737: di marmo del Monte Pisano, si presenta maestosa, imponente e par che il tempo edace non sia trascorso sopra di essa : che è alta cinquantaquattro metri, larga trentotto nella peri feria e cinquantasette nella base.
La sua forma è ottagona, e ciascuna delle otto facce è rivolta agli otto venti principali di cui si vedono i nomi scolpiti in alto colla denominazione medioevale. In alto si vedono pure scolpiti il giglio della città di Firenze, la croce del popolo, il leone simbolo della Repubblica, e l’aquila che porta negli artigli il drago ed è insegna della parte guelfa.
Bellissima e ammirabile è la costruzione interna, che è divisa in solai e ballatoi: nella parte bassa della torre si vedono iscrizioni e stemmi. In basso nel mezzo si trova un pozzo colla data 1499.
Dall’alto del suo cornicione si ha una veduta stupenda della città, delle colline e del mare, nonché del piano e dei Monti Pisani, e sopra tutto delle Alpi Apuane, che torreggiano dinanzi e che per certo effetto di luce sembrano più vicine che non siano.
[…]
( Pietro Vigo, brano tratto da “Livorno” – Istituto Italiano d’Arti Grafiche, 1915 )
L’ha ribloggato su Site Title.
"Mi piace""Mi piace"