Francesco Fontani, Pisa – Piazza dei Cavalieri


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Pisa – Piazza dei Cavalieri

Se nel riguardare la naturale struttura di questa piazza , e la curva sua giacitura, alcuno sospettasse che quivi forse nelle più remote età esistesse un Teatro sul fare delle antiche Città Etrusche e Romane , probabilmente non anderebbe errato nel suo giudizio : anzi col tener dietro alle forme che i primi maestri dell’Arte assegnarono come necessarie a cotal genere di fabbriche , e valendosi dell’ opportuno confronto di quegli avanzi che gli Eruditi ci hanno descritti , e fatti conoscere di tali certi edifizj , potrebbonsi aggiungere molti gradi di probabilità alla concepita opinione. Non è qui luogo di esaminare si fatta cosa: ma le ricerche, le quali alcuno volesse instituire sopra di ciò, non sarebbero affatto inutili, e potrebbero dare un qualche credito al curioso indagatore.

Quello però che con certezza può assicurarsi di questo luogo si è, che Pisa divenuta Repubblica quivi appunto stabilì la Sede per le sue Magistrature, e per i rappresentanti la pubblica autorità, e fu ai tempi di Cosimo I e de’ suoi successori che si pensò (demoliti, od in altra foggia disposti gli antichi edifizj) a decorarlo in quella vaga maniera in che si ravvisa al presente. Instituitosi da quell’avveduto e sagace Principe l’Equestre militare Ordine di S. Stefano, e fissatosi da lui che in Pisa dovesse aver questo la sua sede, ed i suoi stabilimenti, volle che quivi appunto si costruisse e la Chiesa dell’Ordine, ed ogni altro edifizio opportuno agli inservienti al medesimo, e ne diè la special commissione al suo Architetto Giorgio Vasari.

Sulle rovine adunque d’un’ antica Chiesa, denominata S. Sebastiano delle fabbriche maggiori, formò quel celebre Artista il disegno del nuovo Tempio condotto con una sola navata non senza una certa nobile, e grandiosa magnificenza, ma non fece egli però le due ali , che per lunghezza pigliano quasi tutti i fianchi di esso, essendo che queste per volontà di Cosimo III fossero aggiunte, e condotte col disegno di Pier Francesco Silvani intorno al 1680. Anco l’esterior facciata è posteriore al Vasari, poiché con nobiltà di marmi, ed ordinata simetrìa fu condotta dal Buontalenti, siccome attestano le più sicure memorie. Quattro gran colonne isolate , ed otto pilastri a bassorilievo nel muro, con capitelli perfettamente Corintj , formano il bello dell’ordine primo di essa.[…]

Alla destra della descritta Chiesa si vede sorgere ed aggiungere, non piccolo ornamento alla Piazza, il grandioso Palazzo che servì già di abitazione a quei Giovani Cavalieri che imprendevano a fare le loro carovane. A Giorgio Vasari, il quale lo architettò, convenne il doversi adattare alle vecchie mura che formavano già la residenza degli Anziani della Pisana Repubblica, condotta da Niccola:  ma quell’Architetto non mancò della necessaria avvedutezza per renderlo e magnifico e decoroso.

Sei pregiabili Busti rappresentanti i primi sei Gran Maestri dell’Ordine adornano simetricamente la facciata, e quello che esprime al vivo il Granduca Cosimo II fu lavorato da Pietro Tacca.

“Stoldo di Gino Lorenzi” scrive l’Architetto e Biografo Arretino “ha fatto con ordine di Giorgio Vasari nel mezzo della facciata del Palazzo de’ Cavalieri di S. Stefano di Pisa, e sopra la porta principale un arme del Sig. Duca, e Gran Maestro, di marmo grandissima, messa in mezzo da due statue tutte tonde, la Religione e la Giustizia, che sono veramente bellissime, e lodatissime da tutti coloro che se ne intendono.”

Quelle Pitture poi a sgraffito, che vi si osservano con piacere, si vogliono dai più condotte dal Vasari medesimo , e nel disegno certamente vi si ravvisa molto della sua maniera. Pietro Francavilla, con l’indirizzo del prediletto suo maestro Giovan Bologna, condusse la gran Statua rappresentante Cosimo I, che sopra un grandioso imbasamento vedesi collocata sulla Piazza, di fronte al detto Palazzo. Fu Ferdinando I quello che per rendere omaggio alle virtù del Genitore volle che se gli erigesse un tal monumento , dappresso a cui vi ha una altr’ opera di scultura del medesimo

Artista. Dall’orlo d’una gran vasca di bardlglio sorge una mezza figura sostenente con ambe le mani una conchiglia di marmo, ed ha il crine ravvolto in treccie gettando acqua. Il lavoro è bizzarro e grazioso, ed il totale aggiunge considerabile vaghezza e decoro alla Piazza.

 

 ( Francesco Fontani, brano tratto da “Viaggio pittorico della Toscana – Vol. 3” – Firenze per Vincenzo Batelli e Comp., 1827 )

 

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