Francesco Fontani, Livorno – Piazza Grande e Cattedrale


Livorno - Cattedrale - Immagine tratta dal libro Livorno di P.Vigo, 1915
Livorno – Cattedrale – Immagine tratta dal libro Livorno di P.Vigo, 1915

“La grandezza del Foro” (scriveva Vitruvio) “debbe essere proporzionata alla quantità del popolo, acciocché, o non sia stretta la capacità riguardo al bisogno, o non sembri troppo deserto il Foro per la scarsezza del popolo.”

Vuole egli di più che la sua figura sia bislunga e parallelogrammica ; e siccome i Fori erano presso agli antichi quello che sono oggi le nostre piazze, così le regole da esso date per la simetrìa , e buona disposizione del Foro, conviene sieno osservate esattamente nell’ordinare una piazza, che non rade volte forma il decoro d’una Città, e serve mirabilmente al comodo pubblico. Chiunque fosse pertanto il primo che immaginò, e dette il disegno della principal Piazza di Livorno merita non piccola lode da chi bene la considera, sia nella sua vastità e figura, sia nella vaghezza ed ornato che la decora ed abbella nella sud maggiore parte ; perciocché non può negarsegli avvedutezza estrema, e criterio unito ad un gusto il più raffinato nell’Arte ch’ei professava.

Essa è condotta in forma quadrilatera presso a poco con le misure da Vitruvio assegnate per l’erezione di un foro: un vago loggiato a colonne d’Ordine Dorico la rende più nobile e maestosa, e si dee all’ingiurie delle stagioni e dell’aria la privazione d’assai leggiadre Pitture che lo rendevano più bello, e facevano più augusta la Piazza medesima.

Mobili e magnifiche fabbriche inoltre la rendono più pregevole, e tra queste non è da tacersi, come inosservata, la Chiesa ora Cattedrale, e pochi anni sono insignita solo dal titolo di Prepositura. S’alza questa in uno dei minori lati della Piazza suddetta su d’una ben condotta scalinata di marmi bianchi, e l’esterior facciata annunzia all’osservatore intelligenza di disegno in chi imaginolla , proporzione nelle parti, eleganza e buon gusto. L’Inglese Inigo Jones, scolaro di Giovan Bologna, si vuole che ne fosse l’Architetto, e la conducesse a colonne d’Ordine Dorico, in modo da formare un atrio o vestibulo che aumenta grazia e decoro al totale del Tempio. Ogni ragione ci persuade che il di lui sito sia quel medesimo che fu prescelto da Bernardo Buontalenti , il quale assai lavorò nello spartire le fabbriche, drizzare le strade, ed ordinare le piazze della nuova Città: ma non è sicuro ch’ei disegnasse la Chiesa in quella foggia in cui al presente si vede, e che si dee onninamente alla perizia di Antonio Cantagallina , favorito Architetto del Granduca Ferdinando I , sotto i cui auspicj questo Sacro edifizio ebbe il suo cominciamento e perfezione. Alla vastità del medesimo corrisponde mirabilmente l’ornato, sia per la ricchezza dei marmi, sia per i pregi delle Pitture, ed altri monumenti dell’ Arti belle che lo nobilitano. Nell’alto del soffitto riccamente intagliato e dorato si ammirano tre grandi sfondi interstiziati da altri quattro più piccoli, che accrescono lustro e decoro alla magnificenza del Tempio. Nel primo, che è presso la porta maggiore, Jacopo Ligozzi rappresentò il felice Trionfo di S. Giulia, Protettrice di Livorno , che con la sua intrepida costanza nella fede, avendo superato la barbarie dei carnefici, e lasciata la vita fra i tormenti, gloriosa sale al Cielo per ricevervi la palma della riportata vittoria. La Santa è nobile nelle forme, vaga nel colorito, agile e leggiera e sì in essa, come nelle molte figure che vi sono espresse è maraviglioso l’effetto dei lumi e dell’ombre sagacemente accordate.

 

 ( Francesco Fontani, brano tratto da “Viaggio pittorico della Toscana – Vol. 3” – Firenze per Vincenzo Batelli e Comp., 1827 )

 

 

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