
Cosimo I fece acquisto del Palazzo Pitti ed avendolo destinato a residenza della Corte, gli diè magnifico compimento. Si compone di un lato amplissimo, e d’altri due che gli si congiungono ad angolo retto alle estremità. Questi sono molto più bassi del corpo principale, servono come di continuazione al primo ordine d’architettura, aperti a porticato, e fanno bellissima mostra.
La facciata grande è tutta di bugnato di sasso, ed a tre ordini, o ripiani. Non ha colonne, o pilastri, che l’adornino, ma grandissimi archi, entro cui sono collocate le finestre. L’ultimo piano non abbraccia tutta l’estensione della facciata, ma ne occupa due terzi nel centro.
Tu già comprendi da questa mia succinta descrizione che l’esteriore del Palazzo è tale da far appunto sulla fantasia l’impressione che t’accennava principiando. Ma egli è nell’interno che s’ammira una magnificenza regale. Il cortile è capo d’opera d’architettura. Brunellesco ne aveva ideato il disegno in rustico : era stato incominciato cosi, poi fu sospesa per un secolo l’esecuzione, allorché all’Ammanato ne fu affidato il compimento da Cosimo I, il quale volle che a tanta opera si ponesse la maggior possibile sontuosità.
Il valente architetto pensò allora, e condusse mirabilmente a fine il suo divisamento, di scambiare l’ordine rustico in elegante, senza punto distruggere il già fatto e riuscì a render dorico il primo piano, jonico il secondo e corintio il terzo, formando un tutt’insieme cosi armonico e nobile, da meritarsi l’ammirazione degli intelligenti, e per la vera sua bellezza, e per le difficoltà superate in doversi attenere a ciò che con diverso intendimento erasi già principiato.
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( Dandolo Tullio, brano tratto da “Lettere su Firenze” – 1827 )