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— Oggi — dissi io — l’orgoglio nazionale, il patriottismo e la carità cittadina son tre nomi che si sono amalgamati e confusi in uno solo.
— In quale ? — chiese l’architetto.
— In quello di Tombola !
— Tombola ? che cos’ è cette machine ? — domandò il francése.
— La Tombola — disse l’ architetto è un giuoco inventato originariamente per uso dei ragazzi e degli innamorati, e applicato in seguito come stimolo ed eccitante alle tasche del pubblico, per istorcergli l’ obolo necessario a incoraggiare le arti e ad abbellire la nostra città coll’ opere dell’ ingegno. Andate sotto gli Uffizi, e quelle statue rappresentanti gli illustri Toscani, che vedete nelle nicchie, furono fatte cogli incassi annuali di quest’ innocentissimo giuoco !
— Poveri illustri Toscani ! — continuò il giornalista — ogni volta che passo fra mezzo a voi, non posso a meno di sentirmi prendere da un certo rammarico per il vostro amor-proprio umiliato. Mi sembrate (scusate il paragone), una retata di galantuomini, chiappati per isbaglio dalla polizia, ed esposti alla pubblica berlina, col marchio della Tombola in fronte. Che le intemperie del tempo e le satire dei vostri nepoti, vi sieno leggere !
Quindi furono passate in rassegna ad una ad una tutte le principali Chiese.
— Il Duomo di Firenze — disse il maestro di musica — è il padiglione più degno che gli uomini abbiano mai innalzato all’ Eterno.
— Oh! veramente: c’est joli !… — soggiunse il Francese.
Joli ! quest’epiteto vezzeggiativo applicato al nostro Duomo, mi fece l’ impressione di una gocciola d’ acqua fresca, che mi fosse caduta sul collo. Ma pur troppo, ogni lingua ha un’ indole particolare nello esprimersi, ed ogni popolo ha una maniera tutta propria per ridire i diversi gradi di meraviglia. Un momento avanti, lo stesso francese, osservando un ciondolo appeso alla catena dell’ orologio del suo vicino, aveva esclamato: c’est magnifique !
— Peccato! — disse l’Architetto — che la facciata di questo tempio meraviglioso sia rimasta non fatta.
— E forse non si farà mai ! — soggiunsi io.
— Chi lo sa !
— Cosa volete ? l’assunto è di una immensa responsabilità ! Sarebbe la stessa cosa che un poeta moderno si attentasse di completare i versi lasciati a mezzo, nell’ Eneide di Virgilio.
— Ma non ci restano i disegni antichi ?
— Vi dirò: Arnolfo, cominciò la facciata, e Giotto con mirabile intelligenza l’ aveva condotta un pezzo avanti : quando nel 1588 , Benedetto Uguccioni, provveditore dell’Opera (i talentacci ci sono siati sempre) messo su e istigato dagli architetti di quel tempo, ognuno dei quali aveva fatto il suo modello per la nuova facciata, ordinò che fosse dato di martello al lavoro già incominciato da Giotto…
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( Carlo Lorenzini (Collodi) – brano tratto dal libro “Un romanzo in vapore – Da Firenze a Livorno – Guida storico-umoristica” – Tip.Mariani Firenze – 1856)
Beautiful pics! 🙂
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Thank you.
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gustoso anche questo pezzo. Splendide le immagini vecchie e moderne.
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Ti ringrazio molto.
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Il tuo testo così datato è veramente prezioso
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