[…]
— Ma voi burlate !
— Dico sul serio ! eppoi… eppoi facciamo le tirate contro i Totila, contro gli Attila, gli Odoacri e simili devastatori, venuti di fuor di paese.
— E i nuovi modelli ?
— I nuovi modelli non furono accettati, perchè stavano col resto della Fabbrica, come il diavolo e S. Antonio. Nonostante l’ Accademia, pur di far qualcosa, ne scelse uno : e fu ordinato di metterlo in esecuzione. Dopo cent’ anni di lavoro, la facciata era rimasta sempre a zero. La Toscana, amico mio, in fatto di attività, non si è mai smentita ! Allora nel 1688, Cosimo III, nell’ occasione delle nozze del suo figliuolo Ferdinando, pensò di far dipingere la facciata del Duomo, come si farebbe di un sipario. Fortunatamente il tempo e l’ acqua piovana hanno cancellato quel pasticcio, in modo tale, che oggi giorno se ne distinguono appena le vestigia.
— Così — riprese il giornalista — venisse una buona scossa di acqua piovana nell’ interno della Chiesa, e lavasse tutta quella tregenda di figure, che stanno dipinte nella Cupola, con grandissimo svantaggio della sveltezza e dell’eleganza di questa meraviglia dell’arte.
— E perchè non la fanno imbiancare ?…
— Il pensiero è venuto più volte a galla: ma poi non hanno avuto il coraggio di metterlo ad effetto. E sì che la Toscana è un certo paese che ogni volta che si trattò di mettere dell’intonaco o di dare del bianco sopra le cose antiche, non ebbe mai il granchio alle mani !
Quando la discussione arrivò alla Chiesa di S. Lorenzo e alla cappella dei Principi, disse il giornalista:
— Questa cappella, ogni volta che la vedo nel suo interno, mi rammenta la Venere di un certo scultore greco.
— Come sarebbe a dire ?
— Ci fu una volta in Grecia uno scultore il quale fece una Venere, e la coprì di gemme e di monili. Richiesto della ragione di tutti questi ornamenti, rispose: non riuscendomi a farla bella, ho cercato di farla ricca. Altrettanto si potrebbe dire della Cappella dei principi, di questa grandissima spelonca, tutta incrostata di marmi e di pietre e adornata di stemmi in lapislazzoli, verde antico, pietra del paragone di Fiandra, madreperla, alabastri orientali, e diaspro di differenti qualità. La cupola è tutta messa a oro di zecchino e dipinta con vivacissimi colori, dal Benvenuti, dimodoché stride orribilmente col colore lugubre , grave e sepolcrale delle pareti. Veduta nel suo interno la Cappella dei Principi ti dà l’ immagine di un giudice in toga nera e che abbia in capo il cimiero piumato e dorato di un Ussaro delle Guardie imperiali.
( Carlo Lorenzini (Collodi) – brano tratto dal libro “Un romanzo in vapore – Da Firenze a Livorno – Guida storico-umoristica” – Tip.Mariani Firenze – 1856)
I shall never forget visiting the Basilica di San Lorenzo. Thank you for reminding me about one of my most favourite cities in the world. Stunning photos! Grazie, Estella
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Grazie a te.
Saluti, Carlo
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Un piacevole viaggio nella memoria del tempo. Mi piace anche l’accostamento tra vecchie immagini e quelle del giorno d’oggi.
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Bellissime le foto e mi piace molto anche il pensiero di Collodi a proposito della bellezza che quando c’è non ha bisogno di tanti ornamenti! Molto interessante.
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Grazie molte.
Saluti
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Caro Carlo i tuoi post sono sempre affascinanti e godibili da leggere. Anche io faccio i complimenti per le foto. Un abbraccio
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Ti ringrazio.
Saluti
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Veramente un bel post le fotografie sono splendide. Buona giornata 🙂
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Ti ringrazio.
Buona giornata anche a te.
Carlo
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Even though the translator does not want to translate your blog into English, I can really appreciate your beautiful photos. I have traveled to Firenze two years ago, and loved the city.
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Thank you. Florence is beautiful as all of Tuscany.
Saluti, Carlo
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