Carlo Lorenzini (Collodi) – Signa – 1/2


Signa - 1 - immagine tratta dal libro di Collodi “Un romanzo in vapore - Da Firenze a Livorno – Guida storico-umoristica” - 1856
Signa – immagine tratta dal libro di Collodi “Un romanzo in vapore – Da Firenze a Livorno – Guida storico-umoristica” – 1856

Il convoglio si fermò.
— Eccoci a Signa ! — disse l’uomo scoiattolo dagli Occhiali-Verdi : quindi messo il capo fuori dello sportello del wagone , dette un’ occhiata all’ intorno, e assumendo una cert’ aria ispirata , che si addiceva al suo viso, come i passi del minuetto si addirebbero alla lumaca, cominciò a declamare:

Ecco l’ industre Signa,
Onor del tosco regno.

— Son vostri questi versi ? — domandò il solito giovane non fiorentino.
— Miei ? che Dio me ne guardi. D’ una cosa sola posso vantarmi in questo mondo, ed è di non aver fatto mai il più piccolo verso di poesia.
— A chi dunque appartengono i versi che avete declamato?
— Sillaba più, sillaba meno, appartengono al dott. Lami, erudito insigne del secolo passato, che li messe nel suo poemetto : Il Cappello di paglia .
— È dunque un paese molto rinomato questa Signa, se il vostro Lami la chiama « Onor del Tosco regno » ?
— Sicuro, che è rinomato. Vedete voi questo Castello ? non crediate già che sia fatto colla calcina d’oggi: perchè fino dal 977, in uno strumento della contessa Willa, si trova nominato un Castello a Signa. Anticamente fu detto anche Exinea : ma tanto di questo nome , come dell’ altro di Signa gli eruditi che son barbassori che la sanno lunga, non riuscirono a dirci come avvenne che uscissero fuori. Il fatto sta, che oggi il paese si chiama semplicemente Signa, ed è celebre, più che altro , per il lavorio dei suoi cappelli di paglia.
— E ancora questo paese, avrà pur’ esso le sue memorie storiche ?
— Certamente che le ha. Immaginatevi che nel 30 settembre, 1325 il celebre Capitano Castruccio da Lucca, che era venuto con la sua gente nei contado di Firenze, pose in Signa il suo quartier generale. E non ebbe appena spicciate le sue faccende militari, che raccolse le soldatesche sparse nei dintorni, fece ardere il castello , tagliò il ponte sull’ Arno, e per dispetto ai Fiorentini, che tenevano Signa sotto la loro dependenza, prima di abbandonare quella terra, vi fece battere piccola moneta coll’ impronta dell’ imperatore Ottone e quei denari chiamaronsi Castruccini.  […]
— Da quanto mi dite , si potrebbe concludere che Signa, nei secoli andati, dovesse avere una grande importanza.
— E non poteva essere altrimenti : sia che vogliate por mente che essa si trova alla testata dell’unico Ponte che prima del Secolo XII attraversasse l’Arno tra Firenze e Pisa ; sia che vogliate considerare come essa è posta sullo sbocco di due valli, di quella, cioè, del Bisenzio e dell’altra del Valdarno fiorentino. Aggiungete, che alcuni storici ed eruditi vogliono che Signa, anche avanti il mille avesse un piccolo porto o uno scalo per le merci che si recavano dal Porto Pisano a Firenze e viceversa. Il dazio di questi scali rendeva in circa un 300 di fiorini all’ anno.
— Ma dopo tanti secoli e tante vicende , forse dell’antica Signa, al giorno d’oggi, non ci sarà rimasto neppure un mattone ?
— Adagio, un poco : dell’ antico Castello di Signa restano tuttavia in piedi due porte castellane e gran parte delle mura e delle torri che nel poggio facevano corona e baluardo al paese. Quando nel 1397, le genti di Giovanni Galeazzo Visconti, stanziate in Siena, vollero fare , una scorreria nel contado fiorentino, sotto la scorta del conte Alberigo, si spinsero, mettendo a sacco e a ruba lo stradale che percorrevano, fin sotto le mura di Signa. Giunti costà, batterono gagliardamente e per due giorni consecutivi il Castello: ma fu come battere sul granito. Signa difesa a corpo perduto dal valore dei suoi abitanti e protetta dalla solidità dei baluardi che la cingevano, tenne forte: e i soldati del Visconti con dispetto grandissimo del loro superbo e valoroso capitano, dovettero andarsene colle pive nel sacco, lasciando sul terreno molta gente , fra morti e feriti.
— Ella è questa una bella pagina per il paese di Signa.
— Ma se voi date un’occhiata alle cronache d’Italia, troverete che ogni piccola città, ogni castello, ogni terra, ogni borgata, e sto per dire, ogni casolare può mettere innanzi qualche glorioso fatto d’arme. Perocché lo spirito di parte violentissimo, che ha sempre acceso fin dai secoli più remoti l’animo della gente italiana, e che è stato causa principalissima della nostra gloria e della nostra grandissima sciagura, temprava ogni cittadino a soldato, e raddoppiava i nervi nelle braccia e nei petti il valore. Il partigiano nell’ora della mischia, è sempre un eroe: del soldato, che si batte per la disciplina, non si può dire altrettanto.

[…]

( Carlo Lorenzini (Collodi) – brano tratto dal libro “Un romanzo in vapore – Da Firenze a Livorno  – Guida storico-umoristica” – Tip.Mariani Firenze – 1856)

Signa - 3 - Chiesa di S. Lorenzo - Pergamo - Immagine tratta dal libro Valdarno da Firenze al mare - 1906
Signa – Chiesa di S. Lorenzo – Pergamo – Immagine tratta dal libro “Valdarno da Firenze al mare” – 1906

6 commenti Aggiungi il tuo

  1. newwhitebear ha detto:

    abbiamo ripreso il treno. Bene, bene. Un viaggio piacevole

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  2. fulvialuna1 ha detto:

    Un racconto nel racconto.

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  3. Ash Cheyne ha detto:

    Cancel that- just found it !!

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    1. Carlo Rossi ha detto:

      Ok. Thank you for your interest in blog and sorry for my limited English.
      Saluti,
      Carlo

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      1. Ash Cheyne ha detto:

        Not at all – I need to learn more Italian !

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  4. Ash Cheyne ha detto:

    Hey Carlo- my Italian is pretty limited. Is there an option to view your site in English ?

    Ciao

    Ash

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