
Il Nettuno era tabù.
Una rete difendeva la sua spiaggia dalla plebe. Per entrarvi si doveva scendere in acqua fino al ginocchio, oltrepassare il capo della palizzata.
E una volta entrati nella sua area ben pochi osavano addentrarsi nella spiaggia, in quell’anfiteatro di un calmo color giallo oro. […]
Il Nettuno era il bagno dei ricchi, e più che ricchi, degli aristocratici, dei nobili, degli snob. Vivo era il contrasto tra l’aria che spirava in quel bagno e la naturalezza, la festa che era negli altri.
( Mario Tobino, brano tratto dal libro “Sulla spiaggia e di là dal molo”, pag.195 – Arnoldo Mondadori Editore – 1976 )


Certo vuoi mettere la genuinità di un godersi il mare senza orpelli e fronzoli ? Un sorriso caro Carlo e grazie. Isabella
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