
Dalla collina di Bolgheri a San Guido, “giù de’ cipressi per la verde via” di carducciana memoria scendono ora le automobili e si immettono in quella via Aurelia che forse ai tempi del poeta recava ancora qualche vestigio delle sue origini romane, e adesso è un nastro d’asfalto percorso in entrambe le direzioni da due file ininterrotte di automobili e di Tir.
La stazione ferroviaria di Bolgheri, dove il Carducci avrebbe potuto scendere e “ristare” obbedendo al richiamo dei cipressi, forse non è diversa da com’era allora, ma il progresso dei nostri giorni non è più certo rappresentato, in quest’angolo della Maremma, dallo sferragliare di una locomotiva, anzi di una “vaporiera” che attira a se schiere gioiose di puledri e lascia indifferente l’ “asino bigio”, simbolo della stupidità umana; il progresso, oggi, è una superstrada a sei corsie che dovrà prendere il posto della vecchia Aurelia e che, secondo un progetto poi fortunatamente accantonato, avrebbe dovuto scavalcare i cipressi mediante un gigantesco viadotto. Con buona pace del Carducci e di sua nonna Lucia che sta sepolta lassù, in cima al colle di Bolgheri…
Ogni progresso ha i suoi simboli. E c’è anche un altro progresso che viene dopo la vaporiera e i viadotti e si preoccupa, soprattutto, di dare un futuro al mondo e un mondo al futuro.
Questo progresso, come quello antico, deve fare i conti con i suoi “asini bigi” ed è presente anche qui: un po’ appartato, tra il mare e la ferrovia. Nella quiete di una natura sottratta alla devastazione dell’uomo.
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( Sebastiano Vassalli, “Bolgheri, oltre i cipressi” – brano tratto dalla rivista “Airone” N. 70, febbraio 1987 )

inesauribile i riferimenti letterari alla Toscana
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Ritornare all’infanzia. Quante volte sono passato davanti a quel viale, visitato quel Borgo. Una scena che rimarrà sempre nella mia mente.
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Buona domenica 🙂
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