L’automobile cominciò a salire. Attraverso il velo liquido, s’intravedevano confuse forme d’alberi, la sagoma di una casa, due cipressi all’inizio di una stradina. […] La pioggia, sembrava dimuita d’intensità, mentre prima flagellava con violenza il vetro, ora solo poche gocce colavano adagio. Era cominciato un paese, si vedevano le porte, le finestre, le botteghe, qualche…
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Carlo Cassola, Volterra
La salita era terminata: sulla sinistra comparve una miriade di luci. La corriera si lanciò a tutta corsa per la discesa, e le luci si misero a ballare nel vetro del finestrino. – E’ Volterra ? – domandò Mara accennando alle luci. – È Volterra, sì… […] Improvvisamente Mara fu investita da una luce…
Carlo Cassola, Volterra
Mancava sempre più di un’ora alla partenza del treno; ma andò ugualmente alla stazione. Continuava a tirar vento e inoltre il cielo si era fatto grigio e da una parte scuro e gonfio di nubi. Mario sedette su una panca nella sala d’ingresso, che era deserta, poi uscì, fece il giro dell’edificio e trovato aperto…
Carlo Cassola, Volterra – Monte Voltraio
Per me le groppe tondeggianti avevano qualcosa di riposante e di familiare, le punte aguzze erano invece inquietanti e minacciose. Monte Voltrajo aveva appunto la forma di una piramide. Scrutavo nel buio, ma non riuscivo a distinguere nulla. E intanto, non guardavo dove mettevo i piedi, e più volte inciampai, e una volta caddi. A…
Carlo Cassola, Marina di Cecina
Il libeccio era durato fino alla notte prima, e un largo tratto di spiaggia era stato spianato e scurito dalla mareggiata. Anna camminava adagio, guardando in terra. Seguiva la traccia di due piedi nudi. Poi la sua attenzione fu attirata da un’orma composta da tre graffiature: pensò che l’avesse lasciata un gabbiano. Risalì il pendio…
Carlo Cassola, Massa Marittima
In due ore la corriera li portò a Massa. Qui avrebbe dovuto aspettarli un barroccio per il trasporto della roba; ma non c’era, e dovettero noleggiarlo. […] Gli uomini andarono presto a dormire (erano stati sistemati in un piccolo fienile accanto alla stalla). Germano si trattenne a veglia, attirato dalla presenza di una giovane contadina….
Carlo Cassola, San Dalmazio (Pisa)
Non era più buio come un’ora prima, sebbene la luna fosse nascosta da un banco di nebbia. Guglielmo si fermò ad accendere una sigaretta, poi prese a camminare speditamente. Dopo qualche centinaio di metri pianeggianti, la strada cominciò a scendere. I campi finirono, e la strada s’internò nella boscaglia. Guglielmo gettò via il mozzicone, e…
Carlo Cassola, Pisa – Borgo Stretto
Pietro prese il tram per Porta a Lucca. Restò in piedi sulla piattaforma di dietro. Sia Corso Vittorio che Borgo Stretto gli sembrarono deserti. Gli studenti sarebbero arrivati tra un mese: senza di loro la città aveva un’aria tetra. (Carlo Cassola, L’antagonista, 1976)
Carlo Cassola, Val d’Elsa
Finalmente montò anche il fattorino, sbatté lo sportello e disse all’autista: «Andiamo». La corriera si mosse, passò sotto la porta, percorse un tratto del viale alberato lungo le mura; poi affrontò la discesa. Alla prima curva, si scoprì la Valdelsa C’era un mare di nebbia, laggiú: da cui emergevano come isole le sommità delle collinette….
Carlo Cassola, San Casciano
A una curva la macchina sbandò; il padre si raccomandò all’autista di andare adagio. Poi cominciò la lunga salita di San Casciano: Mara guardava ostinatamente fuori, le immagini si succedevano una dopo l’altra: una forra di rovi, un muro a secco che sosteneva un campo, un olivo sbilenco piantato proprio sul margine, un gelso coi…
Carlo Cassola, Poggibonsi
Quel motivo diventò subito di moda: si sentiva fischiettare in continuazione. Mara imparò anche le parole in un foglio rosa comprato da Ines. Così, mentre faceva le faccende sola in quella grande casa, poteva sfogarsi a cantare: Domani tu mi lascerai e più non tornerai; domani tutti i sogni miei li porterai con te… Quelle…
Carlo Cassola, Colle Val d’Elsa
Cominciò la salita fra i castagni. Mara alzando il braccio riuscì a strappare una foglia. «Stai ferma» la ammonì Bube. «Se fai un movimento brusco, rischiamo di cadere.» Alla prima curva, dovette rizzarsi sui pedali. Ansimava. «Sei stanco?» gli chiese Mara. A fatica Bube riuscì a rispondere di no. «Vuoi che scenda?» Stavolta lui nemmeno…
Carlo Cassola
Carlo Cassola ( Roma, 1917 – Montecarlo-Lucca, 1987 ) Narrativa La visita, Firenze, 1942 Alla periferia, 1942 La moglie del mercante, 1949 Fausto e Anna, 1952 I vecchi compagni, 1953. Il taglio del bosco, 1953 La casa di via Valadier, 1956 Un matrimonio del dopoguerra, 1957 Il soldato; Rosa Gagliardi, 1958 La ragazza di Bube,…