Luisa Petruni Cellai, Viareggio era morta – 4/4

  In piazza del mercato, di nuovo, mostruoso silenzio delle cose e sfacciato coro di passeri sui platani. Sopra un tabellone di ferro, resisteva in bianco e nero un annuncio funebre e, più in grande, un cartello di propaganda. Un orecchio grosso e, dietro un uomo con un elmetto piccolo, ciatto. C’era scritto in grande:…

Luisa Petruni Cellai, Viareggio era morta – 3/4

  Povera Viareggio mia. Corpo e mani trafitte. Ebbi paura, ma venne il rumore d’una motocarrozzetta a farmi riavere.  Mi nascosi. Erano militari; passarono, io pensai a tornare. Ero in « piazza delle paure » (allora io e gli altri ragazzi la chiamavamo così) dove gli uomini del monumento neri, gonfi, uno che strappa qualcosa…

Luisa Petruni Cellai, Viareggio era morta – 2/4

  Io sentivo, da sedicenne, molto più le cose presenti che l’ansia per il futuro e la guerra e le stragi. In quel presente io venivo tolta al luogo in cui ero cresciuta e ciò mi faceva soffrire. Dopo tutto, si può dire che ero nata alla vita con la guerra e, dopo la dichiarazione,…

Luisa Petruni Cellai, Viareggio era morta – 1/4

  Avevo sedici anni, il mio mondo era Viareggio e la dovevo lasciare. L’ordine era stato dato preciso: Viareggio sarebbe diventata zona di guerra. Gli abitanti dovevano andarsene tutti. A scuola avevo saputo della scoperta di Galileo, circa il moto degli astri, ma per me il sole si levava da monte e cadeva in rosso…

Luisa Petruni Cellai, Viareggio – Via col libeccio – 2/2

  Dopo alcune virate si fermò a guardare indietro. L’alta mole dell’istituto gl’inviò un austero richiamo. Egli riprese a remare. Il mare pareva assecondarlo. L’acqua scorreva leggera sotto di lui che si sentiva di nuovo potente e felice. L’aria salsa gli riempiva i polmoni e le macchie in viso s’erano tinte d’un rosso acceso. Remò…

Luisa Petruni Cellai, Viareggio – Via col libeccio – 1/2

  Il rumore della risacca l’aveva svegliato. Si sollevò a sedere sul letto che cigolò. In quella posizione scorse, nell’angolo di luce che la luna colava nella stanza, le brache ciondolanti da una seggiola e la manica col distintivo. Si sentì soffocare. Aveva resistito a cinquant’anni di mare, a sette naufragi, al vaiolo e in…

Luisa Petruni Cellai, Viareggio – Le donne del mio paese – 1/2

  Le donne del mio paese amano star sulle soglie a sferruzzare. Punto per punto. Pazientemente. Dalle loro mani escono, come per incanto, morbide camiciole, spesse, calde. Con i volti rugosi, le più vecchie, sembrano strane dee, tranquille, intente a tessere il filo dell’eternità. Esse sanno tante storie. Cose passate, tragedie, dolori, che sgorgano di…

Luisa Petruni Cellai, Viareggio – Cecco, la luna e le “cee”

  “Per fortuna le chiamano «cee»!” disse Cecco estraendo ancora una volta la cerchiaia malinconicamente vuota. “Mi pare che lo sappiano di dove passare!” disse ancora facendo un verso poco riguardoso all’indirizzo delle invisibile anguille. L’aringa e le cipolle non ne volevano sapere d’andarsene al loro destino: s’erano incastrate lì, nell’esofago, tra lo stomaco e…

Luisa Petruni Cellai

Luisa Petruni Cellai, ( Carrara, 1927 – Viareggio, 1986 )     Le barbe di catrame, 1959 La guerra di Ulisse, 1968 Il dittatore (l’ultima vittima)