Romualdo Pantini, San Gimignano – La Collegiata


San Gimignano - La facciata della insigne collegiata - Foto tratta da “San Gimignano e Certaldo” – 1904, Istituto Italiano D’Arti Grafiche
San Gimignano – La facciata della insigne collegiata – Foto tratta da “San Gimignano e Certaldo” – 1904, Istituto Italiano D’Arti Grafiche

[…]  Pur non ammettendo — come vuole la piccola iscrizione esterna del 1520 — che la insigne Collegiata fu consacrata il 21 novembre del 1148 da Eugenio III, le tracce di finestrelle la dicono di stile romanico, a cui i nuovi muri alzati nel trecento, e le amplificazioni della crociera per opera di Giuliano da Maiano hanno finito per aggiungere un aspetto più complesso ed evoluto. Essa è fra le poche chiese che più abbondi di decorazioni; e all’animazione delle pareti dipinte e della volta trapunta di stelle contribuisce anche il ricordo squillante della voce del Savonarola.

In fondo alla navata centrale notansi in alto tre grandi affreschi.

In un cerchio variopinto, fra Serafini e Cherubini, si vede Cristo in trono che mostra il costato aperto e la destra solleva minaccioso. Da’ lati del grande occhio, la Madre inginocchiata e S. Giovanni pregante ed angeli con tube e rotoli di carta. Sul davanti due angeli coi simboli della passione: più in basso Elia e Enoc. Questa composizione è di carattere senese ben chiaro, ma ha lo spirito e la intonazione, direi quasi, dell’altra composizione del Giudizio finale, attribuito all’ Orcagna, e che si trova nel Camposanto pisano. Sotto, le figure maestose degli Apostoli seduti.

Su la parete a destra, le sottili fiamme guizzanti un’aria fosca e fuliginosa, i corpi nudi e convulsi de’ dannati e i diavoli verdastri nei più pazzi e sfrenati atteggiamenti e in alto, dominatrice de’ cinque scompartimenti la mostruosa figura di Lucifero con corpi umani nella bocca e negli artigli, dànno, nella loro terribile rudezza, non  priva di originalità nella specificazione dei tormenti, una idea abbastanza vaga dell’inferno.

Per contrasto di espressione e di colore spicca su la parete opposta il Paradiso.

E’ diviso in tre zone: Cristo trionfante con la Vergine e in mezzo la colomba dello Spirito Santo; Serafini in duplice schiera; una quadruplice fila costituita da Vergini, Martiri e Confessori ; e, negli angoli, parecchi Santi, alcuni de’ quali curiosissimi in atto di volare. A’ volti di un colorito vivace e alla gamma ranciata che domina ne’ capelli e nelle vesti dà rilievo maggiore l’azzurro cupo insinuato negli intervalli. E’ stato osservato che questa pittura, anziché la maniera giottesca, mostra di seguire quella di maestri più antichi ; ma non manca di ordine e movimento nelle figure.  […]

( Romualdo Pantini, brano tratto da “San Gimignano e Certaldo” – 1904, Istituto Italiano D’Arti Grafiche )

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